Cuore di Dio, cuore dell'uomo

"Mi trovavo davanti un solo Libro e due eredi dello stesso: l’erede ebraico e l’erede cristiano. Problema complesso, perché ritenersi gli eredi legittimi non significa essere eredi buoni. Qui per me, esistenzialmente, vi è stato l’insorgere di un paradosso che dura tuttora e che intendo mantenere aperto: imparare a riconoscere l’altro che è in me rispettandolo come altro, diverso, senza sopprimerlo, accogliendolo e riconoscendolo come fratello, come partner di una stessa elezione e di una stessa alleanza, anche se vissuta per due strade diverse. 
Anche con una valenza pedagogica: imparare a definirmi, per esempio, per un’appartenenza a Cristo senza per questo voler affermare una propria scontata superiorità spirituale o morale su Israele. 
Credo di avere imparato meglio a mantenere la diversità, ma una diversità riconciliata, dialogica, perché in fondo ebrei e cristiani appartengono pur sempre a un’unica alleanza, anche se camminano all’interno di questa alleanza per strade diverse".

 

(dalla Presentazione)

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